La gestione delle risorse umane è una delle attività più complesse, semplicemente perchè si ha a che fare con persone, e non con macchinari.
Questo richiede quindi di avere competenze psicologiche, umanistiche, di comunicazione, di capacità empatica per "entrare" in sintonia con le persone, per ottere da loro il meglio possibile, nel reciproco interesse della azienda e della persona stessa.
Non esistono formule matematiche, non esistono procedure standard, non esistono schemi ripetitivi sempre applicabili.
Ogni caso è un caso unico e irripetibile, ogni caso rappresenta una esperienza nuova.
In quest'ottica la figura del consulente diventa utile per due scopi fondamentali:
- Apportare esperienze pregresse che aiutano a valutare al meglio i nuovi casi
- Fornire un punto di vista "esterno" in modo da trovare soluzioni innovative
La consulenza può essere specifica, per affrontare casi particolari (ristrutturazioni, incorporazioni, creazione di nuovi settori) o, più in genere, per valutare possibili metodologie organizzative che permettano di gestire al meglio le "Risorse Umane"
In quest'ottica una consulenza per l'introduzione, in azienda, di metodologie di raccolta e organizzazione delle informazioni sulle risorse umane può consentire notevoli economie, sopratutto nella fase di valutazione delle metodologie e degli strumenti stessi, in modo da evitare di "imbarcarsi" nell'uso di sistemi gestionali "sovrabbondanti" (nell'errata convinzione che "nel più ci sta il meno") o di affrontare le problematiche con sistemi fragili e insufficienti allo scopo, che comporteranno solo del lavoro aggiuntivo senza un effettivo ritorno.
In base ai casi la consulenza può avvenire per interventi "a tempo" o per progetti "chiavi in mano" (laddove, ovviamente, sia possibile concordare degli obiettivi chiari, definiti, misurabili).