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Per un praticante di arti marziali avvicinarsi alle filosofie orientali è quasi una conseguenza naturale di un percorso di vita.
Nel mio caso l'abbinamento tra la pratica del "kung fu wu shu", la passione per la filosofia in genere, per la lettura e una innata
curiosità mi ha portato ad approfondire in modo particolare le antiche filosofie di origine cinese, in particolare Confucianesimo e Taoismo.
Dopo molti anni di studio, dove ho approfondito sopratutto il Tao Te Ching e lo I Ching, mi è stato chiesto di tenere dei corsi di introduzione
alla filosofia cinese per gli allievi della Scuola del Fiume, e l'ho fatto per diversi anni, fin quando gli impegni di lavoro me lo hanno consentito.
Nello stesso periodo ho avuto anche l'occasione di tenere delle conferenze, sulla filosofia cinese, in diverse scuole medie della Provincia di Firenze, in un progetto di diffusione della conoscenza del Wu Shu come pratica sportiva.
Il dover tenere dei corsi più o meno regolari (e delle conferenze) mi ha portato a sistematizzare gli studi portati avanti sopratutto per passione personale, ad approfondirne degli aspetti particolari e a definire uno studio parallelo dell' "Etica dello scontro", ossia di come si possono affrontare dei "conflitti" di qualsiasi livello, secondo la mentalità occidentale, guidata dal pensiero di Von Clausewitz, e la mentalità cinese, dominata dalle figure di Confucio e Lao Tze.
